Sono una psicoterapeuta psicocorporea ed il mio riferimento è la vegetoterapia caratteroanalitica, introdotta da Wilhelm Reich, che per primo parlò dell’unità indissolubile corpo-psiche. Tale metodologia venne sistematizzata prima da Ola Raknes e Federico Navarro e successivamente da Genovino Ferri e dalla S.I.A.R. (Società Italiana di Analisi Reichiana). Si tratta di una terapia che agisce sul sistema neurovegetativo, proponendo specifici movimenti corporei detti acting.
Dopo l’acting il terapeuta chiede al paziente di verbalizzare le sensazioni avute, le emozioni provate e le libere associazioni fatte durante l'attivazione, perché tutti i sistemi della persona (nervoso, endocrino, neurovegetativo, limbico, corticale, motorio) sono sempre in connessione e in interrelazione fra loro ed attivarne uno significa avere la possibilità di accedere agli altri.
Se, per esempio, io muovo una mano sto agendo un movimento, ma contemporaneamente in esso sta agendo una componente affettiva: voglio dare una carezza o uno schiaffo? Nello stesso movimento dunque è presente anche un’emozione: di tenerezza, di rabbia o di aggressività?
Attraverso un acting di vegetoterapia, con uno specifico movimento, posso attivare un’emozione, o un ricordo o posso stimolare una rappresentazione psichica. Inoltre, posso lavorare sulla storia evolutiva della persona, sulla sua freccia del tempo, poiché ogni acting di vegetoterapia è in relazione con una delle fasi evolutive che la persona attraversa.
Alle fasi evolutive sono associati i corrispondenti livelli corporei, ridefiniti dalla S.I.A.R. che ne ha sottolineato la loro valenza relazionale, collocandoli sulla freccia del tempo della persona. I livelli corporei rappresentano il primo ricevente della relazione con l'altro da Sè, le aree di risonanza dei vissuti emozionali del lì ed allora, le interfacce periferiche delle fasi evolutive attraversate, puntuali nella dominanza in successione nel tempo. (Ferri, Cimini, 2012, pp. 100-101).
Per cui alla prima fase, quella intrauterina (il tempo della gravidanza) corrisponde il 6° livello (l’addome); alla seconda fase, quella oro-labiale (nascita-svezzamento) corrisponde il 2° livello (bocca); alla terza fase, quella muscolare (svezzamento-3 anni) corrisponde il 4° livello (torace, braccia); alla quarta fase, la genito-oculare 1 (3 anni-11/13 anni pubertà), corrispondono il 3° livello (collo) e il 5° livello (diaframma); alla quinta fase, genito-oculare 2 (pubertà-adolescenza-maturità), corrispondono il 7° livello (bacino) e il 1° livello (occhi, orecchie, naso).
Ogni fase evolutiva che la persona (il Sé) attraversa è caratterizzata da una specifica dotazione energetica ed è influenzata dalle relazioni che il Sé vive con gli altri da Sé (nell’intrauterino la relazione con la mamma/utero; nella fase orolabiale con la mamma/seno; nella fase muscolare con tutto il campo familiare in primis il padre; così nella quarta; nella quinta fase si aggiunge il campo sociale sempre più vasto) (Ferri, Cimini, 2012).
Ogni persona con cui entriamo in relazione veicola caratteristiche affettive, dinamiche, cognitive ed energetiche. Non c’è un momento della nostra storia di esseri umani in cui non viviamo relazioni con un altro da Sé e ciò fin dalla vita intrauterina. Riceviamo imprinting, segni incisi che contribuiscono a creare il carattere rendendolo unico. Il carattere è la somma di tutti i segni incisi, i quali portano la storia segnata nel nostro corpo nella freccia del tempo. Il carattere è la stratificazione del come le fasi evolutive sono state vissute dal Sé .
Pertanto, quel movimento della mano sarà anche il risultato di una serie di esperienze di relazione vissute dalla persona che sta compiendo l’azione: quante volte sono stata accarezzata? Quante volte ho preso degli schiaffi? Il mio movimento di oggi avrà una modalità di espressione che dipende dalla mia storia personale relativa a questo gesto. Per cui saprò farlo con minore o maggiore tenerezza, con minore o maggiore aggressività. Le esperienze di ogni persona iniziano fin dal suo concepimento, in quel tempo di cui non abbiamo ricordi coscienti, quando non abbiamo ancora le strutture che ci permettono la consapevolezza, ma quando le emozioni e gli eventi si incidono comunque su quella che oggi chiamiamo memoria implicita del feto e del neonato. Una realtà che ogni psicoterapeuta constata in ogni terapia e ormai ampiamente dimostrato dalle neuroscienze. Le memorie dei primissimi tempi della nostra vita sono incise nel nostro corpo, e la vegetoterapia le va a contattare attraverso piccoli movimenti molto specifici, gli acting, che attivano determinati distretti corporei che hanno valenze psichiche molto forti.
Possiamo contattare i primissimi momenti significativi della nostra storia, ricontattare quelle emozioni che sono rimaste bloccate in uno specifico livello corporeo, in specifici muscoli, in una specifica fase evolutiva della persona, e permetterne una elaborazione risolutiva.
La psicoanalisi aveva già osservato che il solo portare a coscienza dei nodi irrisolti non era sufficiente per la guarigione del paziente. Ora sappiamo che è necessario passare "attraverso l’esperienza della percezione corporea" (Gallese, 2013). Questo evidenzia l’aspetto analitico della vegetoterapia, una terapia che può scendere nell’ analisi del profondo e far evolvere i tratti caratteriali della persona.
L' esistenza dell'individuo è scandita da eventi che ne segnano l'evoluzione e ne guidano il movimento. La loro forza e il loro significato positivo o negativo lasceranno il loro segno nel carattere della persona. Il modo di funzionare dell’individuo, nelle situazioni di vita in cui verrà a trovarsi, sarà imprintato dalle caratteristiche delle fasi evolutive che avranno avuto significato nella sua storia.
Per questo è importante poterne ricostruire il senso intelligente, per essere individui costruttori del proprio progetto di vita personale, in contatto con se
stessi, con le proprie emozioni ed i propri sentimenti.
Se l'espressione di disturbi come ansia e panico è così marcatamente psicofisica, perché non agire con una terapia psico-corporea?
Per saperne di più non esitare a contattarmi.
Stati di ansia : riguardo specifiche situazioni di vita, oppure specifici ambiti della propria vita; ansia che pervade ogni momento della propria giornata; ansia che limita la propria vita; ansia che limita la libertà di movimento; paura specifica verso una particolare situazione;
Depressione e stati depressivi : tristezza profonda; senso di vuoto; senso di inutilità; fatica nell'affrontare la vita di tutti i giorni;
sintomi fisici come mancanza di appetito, insonnia, stanchezza, spossatezza;
Rimuginazioni ossessive o ripetizione ossessiva di atti :pensieri percepiti come intrusivi e incontrollabili che si ripetono e che non si riesce ad allontanare dalla propria mente; dubbi sull'aver o non aver compiuto un determinato gesto come chiudere il gas, la porta etc; ripetizione di gesti che si ha la sensazione di non riuscire ad evitare come lavarsi le mani, accendere e spegnere la luce, etc.
Somatizzazioni: ossia stati di malessere fisico per cui è stata constatata ad esempio dal medico curante o dallo specialista, l'assenza di
una causa organica alla base (mal di testa frequente; gastriti; sfoghi o irritazioni cutanee);
Problemi sessuali: mancanza di desiderio sessuale; assenza di piacere; difficoltà di vario tipo durante l'atto sessuale;
Difficoltà nelle relazioni sentimentali: timore del coinvolgimento affettivo; difficoltà a creare relazioni
sentimentali stabili; difficoltà nella relazione sentimentale attuale; vedere anche: consulenza e psicoterapia di coppia;
Difficoltà nelle relazioni interpersonali: timore del giudizio altrui; forte timidezza che genera inibizione; sentirsi bloccati; frequenti vissuti di rabbia; timore della dipendenza; paura della competizione;
Difficoltà con la famiglia di origine: rapporti tesi con la propria famiglia di origine; difficoltà rispetto al conseguimento di una propria
vita adulta autonoma rispetto alla famiglia di origine ;
Problemi di autostima: insicurezza marcata in uno o più aspetti della propria vita; non ritenersi all'altezza; non considerarsi di valore;
non sentirsi considerati dagli altri);
Problematiche "esistenziali": difficoltà a trovare un senso alla propria vita; difficoltà ad individuare un proprio progetto di vita;
difficoltà in seguito a separazioni, cambio lavoro, città, problemi relazionali;
Infertilità: problematiche emotive relative all'infertilità, impatto psicologico delle terapie mediche, infertilità senza cause organiche e
a presumibile carattere psicogeno;
Situazioni di lutto: problematiche emotive rispetto a lutti attuali; difficoltà nell'elaborazione di un lutto passato;
Problematiche emotive connesse alle malattie organiche : problematiche psicologiche connesse a malattie come i tumori o le malattie
autoimmuni. Da un lato ci sono le problematiche di chi è malato, come: difficoltà relative alle trasformazioni corporee, angosce relative alla condizione di pericolo per la propria vita,
difficoltà di comunicazione, insorte in seguito alla malattia, con le persone affettivamente vicine; da un altro lato ci sono le problematiche psicologiche dei familiari della persona
malata;
Gravidanza e post partum : problematiche relative alla necessità di rivisitare rappresentazioni che la donna ha di se stessa, dei propri
genitori, della coppia e del proprio partner entrando in un processo di trasformazione particolarmente intenso, che va dalle rapide trasformazioni del corpo, che possono toccare le fondamenta più
antiche dell'essere, al passaggio da sé come figlia a sé come madre (attraverso le identificazioni con la propria madre).
Un'analisi è cominciare a capire qualcosa, a vedere, comprendere, a sentire un pò meglio se stessi e la propria vita. E' un'esperienza intensa, forte, è rivivere, è riattualizzare, è far riaffiorare tanti vissuti, andarci dentro, immergersi nel mondo delle emozioni e del profondo, ma anche uscirne e superficializzarsi. E' voler toccare, contattare, è ricerca di conoscenza profonda; è la possibilità di una presenza a se stessi, è sfidare la propria autenticità, è capacità di rigenerarsi rapidamente e respirarsi continuativamente. L'analisi è provare a viaggiare sulla propria fluidità, le proprie frequenze, i propri toni, i propri movimenti;è informarsi alla propria energia vitale, alla sua espansione e retrazione. Analisi è aggressività, un "camminare verso" e " un andare verso" è strumento per rendere possibile la soddisfazione di desideri vitali.E' crisi è abbandono di vecchi equilibri, ma è anche incontro con altre scene e altre omeostasi più sintonica. E' stare dalla parte della vita e dalla vitalità. Analisi è provare a disincrostarsi l'immobilismo che rende l'uomo fermo e desideroso di stasi. ( Il movimento espressivo è faticoso in condizioni di rigidità).
E' provare a riprodurre la capacità di muoversi dentro all'esterno e in avanti.
E un'evoluzione neghentropica, è raccordare il qui ed ora al lì e allora, ma anche il li ed allora con il qui ed ora, andando in profondità, evitando la palude di una riattualizzazione del tempo passato e della destrutturazione.
Muoversi dentro è acquisire la proprietà di contattare e sentire i propri tratti caratteriali e la propria combinazione, cioè gli aspetti prevalenti e non, intrauterini, orali, muscolari, falliti, isterici, masochistici, sadici, narcisistici, genitali. E' riconoscere lo stato e l'energia che li sottende, e con i livelli corporei correlati e il loro rispettivo psicologismo. Imparare a muoversi tra queste posizioni di tratto e articolarle, ma anche oggettivarle: è entrare e uscire dalla corazza, sviluppando una modalità di relazioni, anche con i propri oggetti parziali, più equilibrata, capace di maggiore metacomunicazione, che è di alto profilo se si accompagna ad un silenzio armonioso della corporeità. "Muoversi all'esterno" è esprimersi, è contattare con il proprio campo energetico alti campi e movimenti espressivi. E'sentire e distinguere fluidità ed irrigidimenti, oggetti unitari e sfaccettati, allontanamenti ed avvicinamenti, propri e di altri. E' vivere la complessità e la semplicità dell'esistente e del reale; è camminare insieme e da soli, è contatto e distanza. "Muoversi all'esterno" è anche sentire e non solo capire, che i sistemi viventi hanno una costante nell'espansione- retrazione e nell'interazione dei loro campi energetici. E' porsi in relazione con l'altro da se con messaggi chiari, diretti sul come si è e non sul come si pensa di essere. "Muoversi in avanti" è crescita e sviluppo, scaturisce dai due movimenti precedenti e i contiene; è portarsi su orizzonti sempre più larghi e più alti, ma anche per questo vivere li qui ed ora funzionalmente e più profondamente, lasciando che il futuro nasca dal continuo fluire del presente.
La parità dei diritti con l'uomo, la parità salariale, l'accesso a tutte le carriere sono obiettivi sacrosanti, e almeno sulla carta sono già' stati offerti alle donne nel momento in cui l'uomo l'ha giudicato conveniente. Resteranno però inaccessibili alla maggior parte di loro finché non saranno modificate le strutture psicologiche che impediscono alle donne di desiderare fortemente di farli propri. Sono queste strutture psicologiche che portano la persona di sesso femminile a vivere con senso di colpa ogni suo tentativo di inserirsi nel mondo produttivo, a sentirsi fallita come donna se vi aderisce e a sentirsi fallita come individuo se invece sente di realizzarsi come donna.
Elena Giannini Belotti
Ciascuno di noi fa parte di una famiglia con cui vive ed a cui è legato, che lo voglia o meno. Spesso continuiamo a ripetere conflitti e malesseri nelle nostre esperienze, oppure portiamo sulle spalle pesi che non ci appartengono. O anche, viviamo a nostra insaputa il tragico destino di un familiare, scomparso da tanto tempo e mai conosciuto. Tutte queste dinamiche ci legano in modo negativo alla famiglia, impedendoci di guardare in avanti con forza gioiosa e di avere successo nella nostra vita."
Bert Hellinger
"Da sempre nel mondo gli uomini hanno intrapreso pellegrinaggi, viaggi spirituali, ricerche personali; da sempre sono andati in cerca
dell'illuminazione, della pace, del potere, della gioia o dell'irrealizzabile. Nella loro ricerca della conoscenza, gli uomini hanno però confuso l'apprendimento con la conoscenza stessa, e
spesso hanno cercato aiuti o guide, insegnanti spirituali dei quali poter diventare discepoli.
L'uomo di oggi, il pellegrino contemporaneo, desidera essere discepolo dello psichiatra. Se cercherà la guida di
questo guru dei nostri giorni, l'uomo si troverà a intraprendere il proprio moderno pellegrinaggio spirituale. Nel suo viaggio il pellegrino, il viandante, il discepolo, impara soltanto che
nessuno può insegnargli nulla. Appena sa rinunciare al suo ruolo di discepolo, impara che ha sempre saputo come vivere, che questa conoscenza ha sempre fatto parte della sua storia. Il segreto è
che non ci sono segreti. Il monito del maestro zen: "Se incontri il Budda per la strada uccidilo!" insegna a non cercare la realtà in ciò che è esterno a noi. Uccidere il Budda quando lo si
incontro significa distruggere la speranza che qualcuno all'infuori di noi possa essere il nostro padrone. Nessun uomo è più grande di un altro. Appena il paziente si rende conto di non essere
malato e quindi di non poter mai guarire, farebbe bene a interrompere il suo trattamento. Appena si rende conto che continuerebbe per sempre il suo ruolo di discepolo nella psicoterapia, solo
allora può capire l'assurdo della sua condizione di eterno paziente,e solo allora sarà libero di andarsene. Se davvero nessun uomo è più grande di un altro dobbiamo imparare che per ognuno di noi
la vita può diventare di per se un pellegrinaggio spirituale, una ricerca, in esilio, senza fine. La nostra unica consolazione in questo viaggio è riconoscere in ciascun uomo il nostro compagno
di strada."
S. B. Kopp
C’è un limite al dolore
in quel limite un caro conforto
un’improvvisa rinunzia al dolore
Il pianista cerca un fiore nel buio
e lo trova, un fiore che non si vede
e ne canta la certezza
Il gioco è questo: cercare nel buio
qualcosa che non c’è, e trovarlo.
Ennio Flaiano