La vita trova sempre il suo modo intelligente per organizzarsi e quindi le soluzioni che gli individui scelgono per risolvere situazioni difficili, sono quelle che consentono equilibri energetici fondamentali per la persona. In genere siamo tutti piuttosto attrezzati per affrontare con successo le sorprese che la vita ci riserva. A volte però queste modalità di funzionamento perdono la loro efficacia: per contingenze troppo pesanti, oppure perché si è condizionati da vere e proprie patologie psicologiche.
Una consulenza può consentire di stabilire se la persona che la chiede necessiti di colloqui di sostegno psicologico o di orientamento rispetto a un momento di vita particolarmente critico, di un supporto psicologico, di una psicoterapia o di un percorso di analisi personale.
Se stai leggendo queste righe forse ti stai chiedendo se posso aiutarti. Non esitare a contattarmi potresti scoprire che rivolgersi ad uno psicologo è un'esperienza molto diversa da come la maggior parte delle persone sono portate a pensare.
La consulenza psicologica, la psicoterapia o il percorso d'analisi personale, oltre a risolvere situazioni di disagio, sono percorsi finalizzati a: migliorare la qualità della vita; promuovere la crescita personale; l’autorealizzazione e la creatività; accrescere la possibilità di effettuare scelte consapevoli sulla base dei propri bisogni e delle proprie risorse; sostenere lo sviluppo, la crescita individuale, familiare e sociale; promuovere il benessere psicofisico attraverso attività centrate sulla salute, il cambiamento e la crescita; creare uno spazio fisico e psicologico aperto all'ascolto così difficile da reperire nella vita quotidiana.
Laureata nel 2004 in Psicologia Clinica e di Comunità, iscritta all’ordine degli psicologi della Toscana, con tessera d’iscrizione all’albo n 4141 e specializzata presso la Siar, Società di Analisi Reichiana.
Sono una psicoterapeuta a indirizzo psico corporeo, perfezionato con un ulteriore anno di formazione ed il conferimento della qualifica di analista reichiana.
Ho avuto le prime esperienze professionali presso l’SPDC di Atri, Teramo, il CIM di via Romiti a Pisa, e successivamente il Servizio Infanzia Adolescenza della stessa Asl ed in seguito collaborato con associazioni nel territorio pisano, proponendo laboratori psico-esperenziali, impiegando strumenti diversi, come la musica e la pittura, per permettere l’espressione dell’individuo. La ricerca di linguaggi sempre diversi ha come presupposto la convinzione che le informazioni che il corpo porta in sé, non siano semplicemente un indizio aggiuntivo al lavoro, ma la via maestra da seguire, in un percorso di crescita personale, poiché costituiscono una memoria vibrante della nostra storia.
Il lavoro con la vegetoterapia caratteroanalitica è quello che prediligo: la metodologia reichiana interpreta la psicopatologia come l’espressione d'immaturità psicologica e caratteriale legata al corpo. Il lavoro terapeutico con il corpo costituisce quindi lo strumento che ne permette la maturazione. A ciò si perviene con lo scioglimento graduale dei blocchi energetici, recuperando così l'Io, che è ovviamente anche corporeo. Questo consente di ritrovare quella energia bloccata, o male investita, da utilizzare nel bilancio sessuo-economico, per la trasformazione dei rapporti esistenziali e quindi della società attuale.
Ho scelto questo modello d’intervento perché riporta l’individuo ad un lavoro di presenza e consapevolezza, esperienza oltre che individuale, collettiva.
Nella nostra società infatti, il superfluo serve sempre più a compensare il necessario mancante o carente, dando forma della psicopatologia e rendendo spesso l’individuo troppo alienato e debole, perché privo di una vera coscienza, o peggio vittima di una falsa coscienza o di una doppia coscienza.
La vegetoterapia carattero-analitica non privilegia soltanto il momento terapeutico, ma fornisce gli elementi per la prevenzione della psicopatologia, sottolineando l'aspetto dialettico dell'esistenza impostato sul rapporto uomo-società.
Credo che sia importante offrire strumenti, restituire alle persone il loro “come” e mettere in luce le connessioni innate che ci agganciano all’altro, non rinunciando alla propria autenticità.
Vivo e lavoro a Pisa dove ho il mio studio privato in via Quarantola 12 A.
Il lavoro prevede innanzitutto il recupero del senso dell'incontro e del riposizionarsi in una cornice spaziotemporale ben definita. A seconda della situazione, della problematica e della sostenibilità della persona si definisce la cadenza degli incontri che può essere settimanale, quindicinale o mensile.
Il lavoro in gruppo si sviluppa intorno a una precisa dimensione psicologica ed emotiva sulla quale lavorare.
Si svolgono colloqui conoscitivi per stabilire l'attitudine al lavoro in gruppo, dopodiché si stabilisce la cadenza e la durata del lavoro.
Si tratta di laboratori prettamente espressivi senza un fine riabilitativo legati per lo più al desiderio di una maggiore conoscenza e consapevolezza di se stessi, alla quale accostarsi in modo creativo, corporeo e intuitivo. La partecipazione ai laboratori è successiva ad un colloquio.
La parità dei diritti con l'uomo, la parità salariale, l'accesso a tutte le carriere sono obiettivi sacrosanti, e almeno sulla carta sono già' stati offerti alle donne nel momento in cui l'uomo l'ha giudicato conveniente. Resteranno però inaccessibili alla maggior parte di loro finché non saranno modificate le strutture psicologiche che impediscono alle donne di desiderare fortemente di farli propri. Sono queste strutture psicologiche che portano la persona di sesso femminile a vivere con senso di colpa ogni suo tentativo di inserirsi nel mondo produttivo, a sentirsi fallita come donna se vi aderisce e a sentirsi fallita come individuo se invece sente di realizzarsi come donna.
Elena Giannini Belotti
Ciascuno di noi fa parte di una famiglia con cui vive ed a cui è legato, che lo voglia o meno. Spesso continuiamo a ripetere conflitti e malesseri nelle nostre esperienze, oppure portiamo sulle spalle pesi che non ci appartengono. O anche, viviamo a nostra insaputa il tragico destino di un familiare, scomparso da tanto tempo e mai conosciuto. Tutte queste dinamiche ci legano in modo negativo alla famiglia, impedendoci di guardare in avanti con forza gioiosa e di avere successo nella nostra vita."
Bert Hellinger
"Da sempre nel mondo gli uomini hanno intrapreso pellegrinaggi, viaggi spirituali, ricerche personali; da sempre sono andati in cerca
dell'illuminazione, della pace, del potere, della gioia o dell'irrealizzabile. Nella loro ricerca della conoscenza, gli uomini hanno però confuso l'apprendimento con la conoscenza stessa, e
spesso hanno cercato aiuti o guide, insegnanti spirituali dei quali poter diventare discepoli.
L'uomo di oggi, il pellegrino contemporaneo, desidera essere discepolo dello psichiatra. Se cercherà la guida di
questo guru dei nostri giorni, l'uomo si troverà a intraprendere il proprio moderno pellegrinaggio spirituale. Nel suo viaggio il pellegrino, il viandante, il discepolo, impara soltanto che
nessuno può insegnargli nulla. Appena sa rinunciare al suo ruolo di discepolo, impara che ha sempre saputo come vivere, che questa conoscenza ha sempre fatto parte della sua storia. Il segreto è
che non ci sono segreti. Il monito del maestro zen: "Se incontri il Budda per la strada uccidilo!" insegna a non cercare la realtà in ciò che è esterno a noi. Uccidere il Budda quando lo si
incontro significa distruggere la speranza che qualcuno all'infuori di noi possa essere il nostro padrone. Nessun uomo è più grande di un altro. Appena il paziente si rende conto di non essere
malato e quindi di non poter mai guarire, farebbe bene a interrompere il suo trattamento. Appena si rende conto che continuerebbe per sempre il suo ruolo di discepolo nella psicoterapia, solo
allora può capire l'assurdo della sua condizione di eterno paziente,e solo allora sarà libero di andarsene. Se davvero nessun uomo è più grande di un altro dobbiamo imparare che per ognuno di noi
la vita può diventare di per se un pellegrinaggio spirituale, una ricerca, in esilio, senza fine. La nostra unica consolazione in questo viaggio è riconoscere in ciascun uomo il nostro compagno
di strada."
S. B. Kopp
C’è un limite al dolore
in quel limite un caro conforto
un’improvvisa rinunzia al dolore
Il pianista cerca un fiore nel buio
e lo trova, un fiore che non si vede
e ne canta la certezza
Il gioco è questo: cercare nel buio
qualcosa che non c’è, e trovarlo.
Ennio Flaiano